L'album
“Pugliamerica a/r”, prodotto e pubblicato nel 2010 dalla Dodicilune, è un originale percorso musicale in chiave swing che parte dai brani classici di Frank Sinatra e approda alle composizioni più suggestive di Domenico Modugno.
RECENSIONI
C’è tutta la storia dell’emigrazione in questo album realizzato da Maurizio Petrelli e dalla sua Big Band, le valigie di cartone, le navi zeppe all’inverosimile, gli addii disperati e le speranze per una nuova vita, il mare, la statua della libertà all’ingresso del porto di New York, e le campagne lasciate alle spalle; Pugliamerica A/R è tutto questo ed anche molto altro.
L’omaggio a due “voci” così diverse, geograficamente lontane ma intimamente “vicine”, tra malinconia e voglia di affermarsi, di “far sentire” la propria presenza, Frank Sinatra, l’americano più “italiano” e Domenico Modugno, l’italiano più “internazionale”, storie vissute sul filo del viaggio, storie di partenze, arrivi, ritorni.
Il bello di questo lavoro, però, è il fatto che, in fondo, non c’è la solita malinconia ma ci sono una gioia ed una allegria palpitanti, esibite con vitalità ed esuberanza, come nel duetto vocale con Guido Pistocchi in Mack the knife nella quale, grazie alle doti del vocalist ospite, fa capolino il timbro davvero inconfondibile di Louis Armstrong, oppure in quello con Serena Spedicato che, in New York New York richiama alla mente la Liza Minnelli dei tempi d’oro.
Arrangiamenti ariosi, diretti con piglio energico da Fernando Toma, con una sezione fiati di ben tredici elementi che rappresenta davvero l’essenza delle “Big Band” degli anni ’30 e ’40, percussioni e ritmica lineari ma precise e sempre “sul pezzo”, come richiesto da queste esecuzioni; insomma, quell’ A/R, inserito nel titolo dell’album, rappresenta quasi il volersi riappropriare di un patrimonio al quale l’emigrazione italiana ha, spesso inconsapevolmente, contribuito.
Sinatra è, se vogliamo, il motivo dell’”andare”, Modugno, al contrario, la causa del “ritorno”, alle origini, alle radici; se però si ribalta il concetto, l’omaggio a Modugno, di cui vengono eseguiti i brani probabilmente più noti all’estero, diventa oggetto “da esportazione”, l’omaggio a Sinatra è come fosse un riportare a casa qualcosa che si è contribuito a creare.
Ci sono, come detto, momenti decisamente euforici, mentre altri, specie sul versante italiano, appaiono più “soft”, come Resta cu me; in entrambi i casi, però, la completezza e l’accuratezza delle esecuzioni è realmente di un livello altissimo; il lungo “medley” dedicato al cantante nato a Polignano a Mare scorre come un film, riportando alla memoria non solo il periodo del suo massimo fulgore, ma anche le immagini dei luoghi che ne videro l’ascesa.
Come si usa dire, per amor di sintesi, sulle note finali di I remember Clifford… “tutto molto bello”…